Storytelling – Continua il Viaggio alla Scoperta delle 7 Abilità Comunicative da Padroneggiare per Imparare ad Influenzare e Ispirare gli altri p.2 di 2
Eccoci ritrovati alla seconda ed ultima parte del precedente articolo per scoprire le ultime 4 abilità da padroneggiare se vuoi diventare un grande storyteller.
Attraverso la lettura dell’articolo precedente hai compreso:
- Perché la Presenza ti aiuta ad essere recettivo nei confronti del mondo esterno e come quest’abilità ti può aiutare a ideare diversi punti di partenza da cui poter raccontare storie;
- L’esercizio per allenare la tua Consapevolezza utile a creare la tua biblioteca di storie personali;
- Come i dettagli Specifici possono rendere una storia più dinamica e permettere al tuo pubblico di viverla quasi sulla sua stessa pelle.
Ciò che invece ti mostreremo in questo articolo sono le restanti 4 abilità (delle 7 complessive):
- Vulnerabilità. Diventare vulnerabile con il tuo pubblico ti potrebbe aiutare a perfezionare l’abilità di raccontare storie;
- Empatia. Quali sono le domande da farti per riuscire a conoscere meglio il tuo pubblico per entrare in empatia con chi ti ascolta in modo da aumentare l’impatto emotivo complessivo della tua storia;
- Intenzionalità. Lo schema delle 5 C utile ad innescare una risposta emotiva quasi viscerale in chi ascolta (o legge) la tua storia;
- Coraggio. Perché è importante aumentare il tuo coraggio anche di un solo pizzico giorno dopo giorno.
#4 VULNERABILITÀ - Inizia a Raccontare delle Storie anche se Possono sembrarti Imperfette
Uno dei più diffusi luoghi comuni sullo storytelling è costituito dalla convinzione limitante che la capacità del saper raccontare storie sia qualcosa di innato, un talento naturale, eppure in realtà non esiste un gene dello storytelling e nessuno nasce con questa capacità già scritta nel proprio corredo genetico.
In questo contesto il talento naturale è niente più che un falso mito; anche i più grandi storyteller di tutti i tempi hanno raggiunto l’eccellenza grazie all’allenamento costante, alla perseveranza, all’apertura mentale e alla loro grande curiosità.
Da questo punto di vista le capacità, abilità e competenze che caratterizzano i grandi storyteller possono essere coltivate da chiunque: l’arte di raccontare storie in modo efficace si padroneggia solo tramite un continuo allenamento dell’atto del raccontare stesso.
In altre parole, lo storytelling è un’arte da apprendere ma anche soprattutto un atto che va costantemente allenato anche con una certa dose di coraggio, inteso come il coraggio di iniziare a raccontare prima ancora di sentirsi completamente pronti e sicuri di saperlo fare.
Anche gli storytellers più bravi, infatti, perfezionano continuamente il loro modo di lavorare grazie al coraggio di iniziare a raccontare storie imperfette condividendo con gli altri anche soltanto delle bozze, delle storie ancora grezze, decine e decine di volte prima di riuscire a diventare bravi abbastanza da poter essere pubblicati o di poter salire su un palco per coinvolgere attraverso il loro racconto tutto il pubblico presente in sala.
Avere il coraggio di raccontare storie imperfette consiste nell’accettare di essere vulnerabili di fronte agli altri; infatti, condividere una storia anche con il più minuscolo dei pubblici è un atto di vulnerabilità perché l’atto di raccontare propria una storia personale significa esporsi e aprirsi generosamente agli altri.
Si può diventare ogni giorno un po’ più coraggiosi cercando sempre delle nuove opportunità per praticare lo storytelling, ogni volta che si può, senza esprimere giudizi negativi nei confronti di sé stessi essendo estremamente autocritici. Se si vuole influenzare e ispirare le persone, il messaggio non deve solo coinvolgerle ma deve anche spronarli all’azione e ad un cambiamento di paradigma.
Per raggiungere questo obiettivo, bisogna imparare a raccontare storie con il cuore e farlo ogni giorno anche raccontando semplici storie estrapolate dal contesto quotidiano: si potrebbe iniziare raccontando piccoli aneddoti all’interno del proprio blog come se fosse e un diario in cui ci si impegna a raccontare anche solo una piccola storia ogni singolo giorno con la dovuta costanza tipica di tutti coloro che sono determinati a migliorarsi senza crogiolarsi in scuse totalmente inutili.
Prova a pensare a come poter rielaborare delle vecchie storie per dar loro una nuova linfa e cerca l’opportunità di inserire le tue storie nelle conversazioni scritte o orali che ti potrebbero capitare in qualsiasi momento.
#5 l’EMPATIA dello Storyteller – Se vuoi Arrivare al Cuore del tuo Pubblico, prima lo devi assolutamente Conoscere
Uno storyteller di successo è dotato anche di un elevato livello di empatia: quando si è empatici, si comprende molto più facilmente quali sono le storie che servono allo scopo che si intende raggiungere e si riesce a raccontarle nel migliore dei modi perchè mossi dalla volontà di essere generosi nei confronti di chi le riceve.
Per diventare delle persone più empatiche si può esercitare la propria curiosità, partendo dall’ ascoltare davvero ciò che le persone ti dicono senza pensare a ciò che tu hai da dire e sospendendo qualsiasi forma di giudizio nei confronti degli altri.
L’impatto di una storia dipende anche da quanto lo storyteller conosce il proprio pubblico infatti quando si è a conoscenza della tipologia di persone a cui ci si rivolge e dei loro desideri, le storie raccontate possono diventare molto più rilevanti e significative.
Per comprendere meglio il tuo pubblico, ti invitiamo a rispondere a queste 3 domande:
- Qual è il messaggio che vuoi condividere con il tuo pubblico?
- Che emozioni vuoi che provi il tuo pubblico?
- In che modo colui che ti ascolta o ti legge potrebbe cambiare dopo aver ascoltato/letto la tua storia?
Le risposte a queste 3 semplici domande ti forniranno una visione abbastanza chiara del tuo pubblico, comprendendo i suoi bisogni e suoi desideri in modo da poter riuscire ad intercettarli con i messaggi che vuoi trasmettergli in modo persuasivo.
Le storie ci aiutano letteralmente a costruire dei punti in comune a livello biologico ed emozionale con il nostro pubblico, ed è proprio per questo che dovrebbero avere un significato per loro, andandoli ad ispirare positivamente, piuttosto che influenzadoli.
Prova a descrivere il cambiamento che vorresti vedere avvenisse nel tuo pubblico, ascoltando ed osservando come reagisce alle tue storie così da conoscerlo sempre meglio.
Prima ancora di raccontare delle storie, cerca di rispondere a queste altre 4 domande:
- chi è la persona che ti ascolta o ti legge?
- chi era prima di ascoltare o leggere la tua storia?
- come cambierà la sua vita o il suo modo di ragionare dopo averla ascoltata o letta?
- Questo eventuale cambiamento corrisponde alle tue speranze e alle loro aspettative?
#6 INTENZIONALITÀ - La struttura per una storia che funziona davvero
Tutte le storie hanno una loro trama, cioè quella serie di eventi che la compongono, ma le storie che più funzionano davvero posseggono anche una particolare struttura in grado di innescare una risposta emotiva viscerale diventando memorabili e significativi e proprio per questo più efficaci.
Per suscitare questo tipo di risposta, potresti creare le tue storie in modo intenzionale ovvero strutturandole con:
– un inizio,
– uno svolgimento e
– una fine,
in cui mostri le sfide vissute dall’eroe della storia e descrivi il cambiamento a cui egli va incontro.
Bisogna fare in modo che l’inizio e lo svolgimento della storia inneschino curiosità nel tuo pubblico che inizierà a porsi delle domande su cosa può accadere, per invogliarli a scoprirlo nel finale della storia stessa.
Naturalmente è bene farlo senza spiegare esplicitamente la morale della storia ma creando le condizioni affinché il pubblico possa viverne l’esperienza durante il susseguirsi degli avvenimenti che caratterizzano la storia stessa.
All’inizio della storia è bene che il narratore debba coinvolgere il pubblico sullo svolgimento, mostrando le sfide che il protagonista dovrà superare in modo tale che alla fine della storia il pubblico possa vedere come il protagonista sia cambiato affrontando le varie difficoltà.
Questo stesso effetto lo si può essere generare seguendo lo schema delle 5 C:
- il Contesto. Cioè la parte iniziale della storia in cui vengono presentati i protagonisti e il loro mondo.
- il Catalizzatore, cioè quell’evento che genera un cambiamento all’interno di quel mondo.
In queste prime due fasi è bene rispondere alle 4 domande seguenti:
- Chi è coinvolto nella storia?
- Quando e dove avviene la storia?
- Cosa vuole raggiungere/ottenere l’eroe?
- Cosa cambia nel mondo dell’eroe?
- La Complicazione. Il pubblico comprende quale sia il problema che l’eroe deve affrontare.
- il Cambiamento. Viene svelata la direzione verso cui l’eroe sceglie di muoversi per vincere la sua sfida.
In queste parti della storia è importante descrivere e mostrare anche le emozioni che l’eroe sta vivendo così da generare la giusta empatia con il pubblico.
A questo punto le altre 4 domande a cui è bene rispondere sono:
- Qual è il problema da affrontare e superare?
- Quali scelte vengono prese in merito?
- Come viene superato l’ostacolo?
- Quali emozioni prova l’eroe?
- Infine si ha la Conseguenza. Si mostra al pubblico come il mondo e il destino della personalità dell’eroe siano cambiati alla luce delle decisioni prese.
Le 2 domande a cui è bene rispondere in questa fase sono:
- In che modo le scelte e le azioni dell’eroe lo hanno cambiato?
- Che insegnamento possiamo trarre da questo suo cambiamento?
Ovviamente ancor prima di iniziare a scrivere la storia è bene sapere qual è il messaggio che si vuole trasmettere e cosa ci si augura che il pubblico possa imparare dalla storia stessa.
Per approfondire e prendere altri spunti pratici sulla struttura che dovrebbe avere una storia accattivante, ti rimandiamo all’articolo sull’importanza di scrivere una storia.
#7 il CORAGGIO dello Storyteller – Trova la tua voce e fai in modo che venga ascoltata o letta
Se hai paura di esprimere le tue idee, stai limitando tantissimo la tua stessa crescita personale e professionale e limiti enormemente anche l’impatto che puoi avere sulle altre persone.
Quindi è importante avere il coraggio di trovare la propria voce per fare in modo che venga davvero ascoltata. Per diventare grandi storyteller dobbiamo smettere di avere paura ed essere decisamente più coraggiosi.
Non serve essere le persone più impavide del mondo. Come ti abbiamo già detto è sufficiente impegnarsi a essere ogni giorno sempre un pizzico più coraggiosi del giorno prima. Significa esplorare costantemente sé stessi, attraverso nuovi percorsi utili a scoprire il progresso, la gioia e l’autorealizzazione.
Lo si può fare dichiarando a noi stessi l’impatto che vogliamo avere sugli altri, cercando un’opportunità per parlare della propria storia, silenziando le proprie critiche interiori che ci si fa continuamente, riflettendo su ciò che più conta per noi stessi, scegliendo di contribuire anche senza essere perfetti, essendo grati di avere la possibilità di condividere le proprie idee.
Sappi che lo storytelling è composto da 2 parti fondamentali:
il coraggio e la speranza.
Il coraggio serve per trovare la propria voce e per diffondere le proprie idee mentre la speranza serve ad augurarsi che queste idee possano diffondersi, siano significative per gli altri e permettano agli altri di immedesimarsi.
Adesso che sei giunto alla fine, vogliamo farti un breve riepilogo di tutto ciò che hai scoperto oggi:
- Saper raccontare delle storie non è un qualcosa di innato, ma è un atto che va praticato ed allenato;
- Ci sono delle domande essenziali che servono per conoscere al meglio il tuo pubblico e avere un impatto emotivo su di lui;
- Lo Schema delle 5 C per strutturare la tua storia memorabile;
- Perché bisogna incrementare, anche di poco, il proprio coraggio ogni singolo giorno.
Per concludere questo corposo articolo (suddiviso in 2 parti) ci teniamo a ricordarti che essere un grande storyteller non significa essere abbastanza furbi da manipolare le persone, bensì significa essere abbastanza sinceri da riuscire ad emozionarle.
Infatti, noi siamo i primi che diffondiamo lo Storywriting e ribadiamo costantemente di utilizzarlo con etica e a beneficio degli altri..
Adesso che sei a conoscenza di tutte e 7 le abilità comunicative da padroneggiare caratteristiche per imparare ad influenzare e ispirare gli altri , qual è quella che ti ha colpito di più?
Faccelo sapere qui sotto nei commenti.
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Lorenza, Vituz & Carloz
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8 risposte su “Storytelling – Continua il Viaggio alla Scoperta delle 7 Abilità Comunicative da Padroneggiare per Imparare ad Influenzare e Ispirare gli altri p.2 di 2”
Anche questa seconda parte è Top! Grandi Maghi!
Mi ha colpito, l’intenzionalità in quanto avete messo delle domande utilissime per chiunque voglia scrivere delle storie.
In quel di Copyland facciamo sempre tutto il possibile per dare strumenti, chiari, efficaci e facili da utilizzare nell’immediato per chiunque.
Grazie del tuo feedback Fabio
Anche questa seconda parte è molto chiara e completa e dà tutti gli strumenti utili per fare un ottimo lavoro.
Che bisogna dirvi più? 🤣🤣🤣
A parte gli scherzi, Grazie.
Prenderò spunto 🙏
Mi sa che ancora una volta siamo riusciti ad andare oltre le aspettative, a volte riusciamo a stupire anche noi stessi hahahahahah
Grazie a te per la tua fiducia e per la tua costanza nel continuare a seguirci in ogni nostra iniziativa.
E anche io sono riuscito finalmente a leggere e finire questa serie di 2 puntate.
Ho preso appunti e sono pronto a mettere in pratica.
Tutto ciò che avete spiegato è di grandissimo aiuto per scrivere storie davvero efficaci e coinvolgenti e invito tutti a prendere appunti e applicare.
Io prendo “coraggio” e mi fiondo nel mio essercizio quotidiano di “Condiviallenamento”.
Ci risentiamo al prossimo articolo. 🙂
Entrare in contatto con le persone, creare empatia, scoprirsi e raccontarsi di come stai vivendo la tua vita, che percorso stai facendo, gli ostacoli, le difficoltà..insomma raccontare di sè, degli altri è la chiave per avvicinare le persone, per poi fidelizzarle e renderle dei compratori “seriali”! 😍😉
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